Una bella serata all'Ecoteca pescarese con
Hamid e la sua poesia
Pescara. Italia. Eritrea. Africa. Un libro per sognare insieme la
dignità
Lo
scrittore eritreo ha presentato a Pescara il suo libro "Seppellite la
mia pelle in Africa", a sostegno del progetto "Diritto alla
dignità" dell'AISCA
Alessio Di Florio
20 aprile 2007
Viaggiare in treno è
un'esperienza dalle mille sfaccettature. Puoi annoiarti nel vedere una
immensa distesa di grigio cemento con il naso incollato al finestrino o
puoi passare minuti, ore piacevoli. Puoi essere fortunato e trovare un mare
stupendo, con i riflessi della luce del sole che giocano con l'acqua e
commuovono l'anima. E puoi fare incontri piacevoli, interessanti e
stimolanti. Persone che non si conoscono ma con cui cominciare a parlare,
trovando interessi e argomenti comuni. Chissà quel giorno, ormai di tanti
anni fa, a cosa pensavano Hamid e Alain? Si ritrovano a prendere lo stesso
treno e si incrociano. Cominciano a discorrere amabilmente e si trovano a
parlare di un libro famosissimo, "I dannati della Terra" di
Frantz Fanon, pietra miliare della lotta contro la colonizzazione e per
l'emancipazione del Terzo Mondo(tra i tanti che furono influenzati dalla
sua lettura Ali Shariati, Ernesto Guevara, Steve Biko, le Pantere Nere e altri
movimenti). Alain e Hamid da quel giorno iniziano a frequentarsi e
diventano intimi amici. Un'amicizia dalla quale scaturiranno diverse
iniziative.
Il 31 marzo l'Ecoteca di Via Caboto a Pescara è stata teatro di un loro
incontro pubblico. Per una sera tra le strade della cittadina adriatica
hanno fatto irruzione le note e i colori dell'Africa. Perché Alain e Hamid
non sono soltanto due amici. Alain Goussot è un esperto di cooperazione
internazionale e docente universitario. Hamid Barole Abdu è uno scrittore e
poeta eritreo. Hamid, emigrato tanti anni fa, non ha mai reciso il legame
con la terra natale. Sul suo sito internet http://hamidbarole.too.it/ si
definisce "sradicato per fame" ma alle sue radici non ha mai
definitivamente rinunciato. Tanto è vero che il titolo del suo ultimo libro
è "Seppellite la mia terra in Africa".
Il 31 marzo scorso Hamid è stato a Pescara proprio per presentare questo
libro, in una serata organizzata dalla Cooperativa
Il Mandorlo, dal Punto Pace di Pescara di Pax Christi e dalla Rete Nonviolenta Abruzzo.
Nella serata si sono alternati momenti di dibattito(intervallati dalla
visione di un video di Hamid sui campi profughi eritrei), momenti
musicali(curati dalla scuola di percussioni dell'Associazione Baobab) e lettura di
brani del libro. Brani dove si intrecciano, fino a confordersi, ironia, malinconia,
denuncia sociale in un tessuto narrativo che intriga e cattura il lettore.
Dopo la lettura basta chiudere un attimo gli occhi e ritrovarsi tra i campi
profughi eritrei o con i migranti italiani in cerca di casa o di
occupazione, costretti a lottare tra burocrazia e razzismo. Un intreccio
narrativo che sembra coinvolgere anche le musiche che accompagnano la
serata. Musiche che appaiono malinconiche, struggenti, quasi parole di
cuori in pena per la lontananza dalla terra natia, dalla madre. Ma bastava
volgere lo sguardo verso chi seguiva la musica per vederli coinvolti in
danze allegre e spensierate.
Sicuramente una bella serata, ricca e coinvolgente. Una serata nella quale
il dramma dei profughi eritrei in Sudan si è accostato alla grande
ricchezza umana e letteraria di un poeta come Hamid, "sradicato per
fame" dalla sua Eritrea ma che non ha mai rinunciato a lottare per la
sua terra e il suo popolo
Alessio
Di Florio
http://db.peacelink.org/tools/author.php?l=alessio
Note:
Il
ricavato delle vendite del libro sostengono il progetto dell'AISCA(Associazione Interculturale per la
solidarietà con il Corno d'Africa) "Diritto alla dignità" per
i ragazzi eritrei in età scolare che vivono nei campi profughi sudanesi.
In
fondo al libro è presente una ricca raccolta di libri e link internet dai
quali Hamid ha tratto ispirazione per il suo libro. Tra i siti internet il
più riportato è proprio PeaceLink.
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